Una macchina conforme è una macchina sicura?
E, al contrario, una macchina che si definisce “sicura” può essere dichiarata anche conforme?
Può sembrare una banalità, eppure non è per niente scontato. Per rispondere, andiamo con ordine.
Al termine “sicurezza” si può associare il concetto di “senza preoccupazione”, ossia l’essere consapevoli che una certa azione non vada a creare dei danni futuri.
La “conformità” presuppone invece una regola, una norma con cui confrontare il proprio prodotto. “Dichiarare una conformità” significa “affermare e sottoscrivere che un bene rispetta gli standard minimi imposti dalle norme tecniche e/o dalla Legge”.
Quindi, per poter essere venduto in un determinato Paese, un bene deve rispettare le caratteristiche minime imposte dallo Stato di destinazione. Nel caso della Comunità europea, il riferimento è la Direttiva Macchine 2006/42/Ce. In Svizzera, invece, ci si rifà alla OMacch. Al di fuori della CE ogni Stato ha delle proprie Leggi di riferimento.
Come fare perché la propria macchina soddisfi gli standard minimi richiesti? In questo vengono in aiuto le norme, ossia orientamenti volontari, elaborati da organismi di normazione privati e riconosciuti, che forniscono specifiche tecniche per prodotti o processi.
A queste si aggiungono le norme armonizzate, una categoria specifica delle norme europee elaborata da un’OEN (Organizzazione Europea di Normazione) su richiesta (mandato) della Commissione europea. L’utilizzo e l’applicazione di questa particolare categoria di norme permette di ottenere la presunzione di conformità ai requisiti della Direttiva Macchine.
Riassumendo, mentre la CONFORMITÀ si basa su evidenze oggettive, approvate da organizzazioni riconosciute in materia, la SICUREZZA ha molti aspetti più soggettivi e, quindi, più complessi da dimostrare. Per questo ci sentiamo di dire che:
Se anche tu ti eri posto una delle domande di apertura, speriamo di averti aiutato a dipanare i dubbi.